Il ciclo della violenza

Le relazioni violente si basano su un’asimmetria di potere tra i sessi rafforzata dagli stereotipi che costringono la donna quasi esclusivamente ad un ruolo tradizionale di cura della famiglia.
Il fenomeno della violenza è ciclico e si sviluppa in tre distinte fasi; questo è preceduto da un comportamento dell’uomo mirante a isolare la donna, con lo scopo di farle rompere ogni legame significativo di tipo familiare, amicale e professionale.
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La prima fase riguarda la crescita della tensione.
In questa fase la donna inizia ad avvertire la crescente tensione e cerca di prevenire l’escalation di violenza assecondando le richieste dell’altra persona; in questo modo spera di calmare le acque, diminuire la tensione e controllare l’agire violento del partner.
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La seconda fase è quella del maltrattamento.
In questa fase l’uomo perde il controllo di sé e si verifica l’episodio violento.
Prima di aggredire fisicamente la compagna, il maltrattante può insultarla; la violenza fisica avviene in maniera graduale.
In questo stadio, per sottolineare il proprio potere, l’uomo può agire con la violenza sessuale.
L’aggressione da parte del partner le provoca un senso di tristezza e di impotenza, può protestare ma non si difende.
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La terza fase è quella della luna di miele.
Questa fase si suddivide in due diversi momenti.
Nella prima la fase “delle scuse amorevoli”, l’uomo chiede scusa e si dimostra “dolce, attento e premuroso” per farsi perdonare.
E’ frequente che l’uomo faccia regali, promesse di andare in terapia; la donna accoglie il partner e le sue false richieste d’aiuto per cambiare pensando di essere l’unica in grado di poterlo aiutare.
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Nella seconda fase, lo “scarico della responsabilità” l’uomo attribuisce la colpa del suo comportamento a cause esterne, e soprattutto alla donna che lo ha provocato.
Nella donna prevale il senso di colpa per non essere stata come l’uomo voleva o si aspettava.
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Il ciclo della violenza è una continua alternanza di gesti violenti e scuse amorevoli, ed è proprio questa, la trappola da cui la donna non riesce a liberarsi.
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Ricorda: non è mai colpa tua!
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