La violenza sulle donne


L’ articolo 1 della Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne approvata dall’ONU il 20 dicembre 1993, afferma che per violenza di genere si intende:
Qualsiasi atto di violenza per motivi di genere che provochi o possa verosimilmente provocare danno fisico, sessuale o psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione o privazione arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che privata.
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Come prevenire la violenza?
Per superare gli stereotipi di genere, abbiamo il compito di educare le nuove generazioni, lungo tutte le fasi del loro apprendimento, al rispetto dell’altro.
Non possiamo pensare di combattere la violenza contro le donne esclusivamente con norme punitive; è indispensabile che si lavori sulla prevenzione attraverso l’attivazione di percorsi educativi nuove.
L’educazione affettiva e l’educazione sessuale nelle scuole risultano essere due elementi fondamentali per lavorare sulla cultura della prevenzione.
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Seguendo lo stereotipo ci chiediamo molto spesso come mai donne affermate siano vittime di abusi e violenza da parte del partner; la spiegazione è nella “fame d’amore e di affetto”.
Questa fame d’amore porta le donne a cadere nel tranello di uomini narcisisti e manipolatori che approfittano dell’inclinazione delle donne vittime a raccontarsi come tali e a dare più di quanto ricevono.
Una tela fitta, costruita su grandi ma brevi “lune di miele” e momenti di umiliazione e percosse.
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Come mai la data del 25 novembre?
Quella del 25 novembre non è una data scelta a caso dall’ONU: ricorre infatti l’anniversario dell’assassinio delle sorelle Mirabal, tre coraggiose donne rivoluzionarie, che furono massacrate nel 1960.

Le forme della violenza

Siamo soliti pensare che la violenza sia solo fisica, che lasci segni come lividi ed ossa rotte, ma non è cosi.

Esistono forma di violenza subdole, che non lasciano segni visibili di seguito in maniera sintetica ne parliamo:

  • fisica: dimostrazione di crudeltà tramite aggressioni fisiche , verso l’altro
  • psicologica: mancanza di rispetto che offende la dignità; questa si manifesta attraverso critiche continue, umiliazioni, insulti, intimidazioni che portano a conseguenze devastanti quali stati di ansia, paura, depressione, perdita di autostima
  •  Femminicidio: è l’esito estremo della violenza di genere, che conduce all’uccisione della donna. Il termine esprime non tanto il genere della vittima, quanto il movente che sta alla base dell’omicidio, movente legato al genere. 
  • economica: messa in atto di una serie di comportamenti volti a controllare l’autonomia economica come ad esempio impedire al partner di lavorare,
  • sessuale: coinvolgimento in atti sessuali senza consenso, ottenuti con la forza o con il ricatto, messi in pratica molto spesso da parte di una persona conosciuta come l’ex partner.
  • stalking: susseguirsi di atti persecutori in contesti diversi consistenti in continue intrusioni nella vita pubblica e privata che generano nella vittima stati di ansia e paura fino a compromettere la vita quotidiana.
  • domestica  si manifesta con uno o più atti gravi, non episodici, di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica all’interno di un nucleo familiare oppure tra persone che attualmente o nel passato sono o sono state legate da una relazione affettiva, indipendentemente dal fatto che i due condividano la stessa residenza.

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La violenza può essere agita sotto varie forme, ed è importante ricordare che un uomo maltrattante non lo è in tutti gli ambiti della propria vita.

Non fermarti alle apparenze.

Mai.

Cose da non dire ad una donna vittima di violenza:

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1. Perché non te ne sei andata la prima volta che si è comportato così?

Perchè quando ci si trova all’interno di una relazione tossica  non sempre si ha consapevolezza dei pericoli che si corrono, né abbastanza coraggio per mettere un punto definitivo alla storia. Si pensa, sbagliando,  che la violenza sia soltanto passeggera.

 Inoltre molte  donne che si trovano in queste condizioni sono  economicamente dipendenti dal partner e, dunque, spaventate all’idea di trovarsi improvvisamente prive di risorse, in particolare modo quando ci sono dei figli piccoli.

2 Cos’hai fatto per scatenare in lui questa reazione?

Questo tipo di domanda non dovrebbe neanche  essere pensata in una società civile poiché comporta una sorta di giustificazione al comportamento violento portando avanti quella retorica pericolosa della cultura dello stupro,  per cui le vittime sono responsabili di quanto da loro subito.

Nessun comportamento giustifica una violenza.

3 Non posso credere che l’abbia fatto! Non è da lui!

Un pensiero simile potrebbe risultare dannoso poiché dà l’idea che chi l’ha esternato nutra dei dubbi sulla veridicità di quanto raccontato dalla vittima. Purtroppo, però, non è sempre possibile individuare la vera natura di una persona; dunque, è sbagliato ritenere impensabile che il soggetto in questione possa arrivare a compiere determinati gesti. Inoltre, è cosa nota che spesso gli aggressori abbiano una natura manipolatrice, in grado attirare a sé la fiducia degli altri, manifestando, al contrario, un temperamento violento e spietato soltanto nel privato.

4 Non ti ha fatto male, quindi non c’è nulla da temere!

La violenza non è univoca,  non lascia solo lividi, e non spacca solo le ossa.  Può manifestarsi, altresì,  sotto diverse forme;  una di queste è la violenza psicologica, un tipo di abuso piuttosto subdolo che punta a umiliare e isolare la vittima per distruggerne l’autostima e assoggettarla a sé. 

Non sminuire mai una forma di violenza!!!! 

Le parole hanno un peso e vanno usate con parsimonia

DAL PUNTO DI VISTA LEGALE …

dal punto di vista legale, cosa possiamo fare?

querela: è possibile denunciare una violenza fino a tre mesi dopo presentandosi dalle Forze dell’Ordine, con una certificazione medica che attesti l’avvenuta violenza;

allontanamento: puoi decidere di non denunciare ma puoi chiedere di allontanare il partner violento tramite un ordine di protezione civile, cioè un provvedimento chiesto al Tribunale dal tuo legale con cui il Giudice può ordinare al tuo aggressore di allontanarsi da casa e dal posto in cui lavori.

ammonimento: in caso di stalking, puoi richiederlo al Questore nei confronti dello stalker. Non è una vera e propria denuncia, ma è un modo per tutelarsi. Il Questore, una volta ascoltati i fatti, potrà ammonire l’aggressore invitandolo a tenere una condotta conforme alla legge.

RICORDA: NON è MAI COLPA TUA!!!!

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